LE TESTIMONIANZE

La storia di Maria

Maria, 67 anni, vive a Inhambane, in Mozambico ed è amputata sia sotto il ginocchio sia sotto il gomito.

Quando era una giovane madre di cinque figli, dopo una banale discussione con il marito, lui ha iniziato a picchiarla. Quando ha cercato di sfuggirgli, lui ha afferrato un coltellaccio. E ha iniziato a colpirla. Le ha tranciato di netto un braccio, poi ha continuato a infierire su tutto il suo corpo. Dopodiché, convinta di averla uccisa, è andato alla polizia per costituirsi.
Maria invece era viva, ma a causa delle profonde ferite, all’ospedale le hanno dovuto amputare anche la gamba. Rendendo la sua vita una prigione permanente.

Ma Maria non si è arresa, con il sostegno dei vicini e della famiglia è riuscita ad andare avanti. Durante la formazione di SwissABILITY ad Inhambane nell’agosto 2024, Maria ha ricevuto una protesi Monolimb che le ha ridonato il sorriso.

La storia di Joseph

Joseph ha 42 anni ed è un rifugiato proveniente dal Sud Sudan.

Nel 2021, durante la guerra civile, i ribelli hanno fatto irruzione in casa sua e hanno sparato a suo padre e a tutti i suoi zii presenti. Joseph è riuscito a scappare ma con una pallottola nella gamba destra. Dopo quattro giorni trascorsi nascosto in mezzo alla foresta, ha trovato delle persone disponibili ad aiutarlo che lo hanno portato nel vicino Congo RDC, dove all’ospedale gli hanno amputato la gamba.

Per stare vicino alla famiglia, dal Congo RDC è riuscito a spostarsi in Uganda al campo rifugiati di Bidibidi, dove lo aspettavano sua moglie e i suoi sei figli. Joseph ha ricevuto una protesi Monolimb durante la missione di SwissABILITY in Uganda nel giugno del 2024.

La storia di Brigitte

Abbiamo incontrato Brigitte a Ziguinchor, in Senegal, nel centro ortopedico che abbiamo inaugurato nell’aprile del 2024.

Brigitte è una donna radiosa, arrivata al centro con un sorriso che le illumina tutto il viso. Tuttavia, come molte persone nella regione della Casamance in Senegal, ha affrontato una sorte crudele. Nel 2018, mentre passeggiava con alcune amiche, Brigitte ha posato accidentalmente il piede su una mina antiuomo nascosta nel terreno. L’esplosione è stata devastante e, in un istante, si è trovata a terra con la gamba destra completamente dilaniata.È stata soccorsa da alcuni passanti, che l’hanno caricata su un carretto e trasportata all’ospedale.

Purtroppo, le ferite riportate erano troppo gravi e i medici sono stati costretti ad amputarle la gamba al di sotto del ginocchio. Nonostante la tragedia, Brigitte però non si è lasciata abbattere e sorride al mondo senza mai arrendersi. Grazie a SwissABILITY ha ricevuto una nuova gamba colorata, simbolo della sua resilienza e determinazione, che sfoggia con orgoglio.

La storia di Ibhraim

Ibrahim è un bambino di quattro anni, nato nella bellissima ma difficile Sierra Leone. Con i suoi occhi scintillanti e il sorriso contagioso, Ibrahim riesce sempre a portare gioia a chiunque gli stia vicino.

A causa di una malattia congenita, Ibrahim è nato senza alcune dita delle mani, senza una parte di una gamba e con il piede torto all’altra gamba.

I tecnici di SwissABILITY hanno preparato un’ortesi speciale per il suo piede torto e una nuova gamba su misura durante la missione a Freetown a febbraio 2024. Senza esitazione, Ibrahim ha accettato di provare le nuove protesi. La sua determinazione ha sorpreso tutti: in pochissimo tempo, era già in grado di camminare, correre e giocare con i suoi amici. Grazie a questa nuova gamba, Ibrahim ha guadagnato una nuova libertà. Ora può esplorare il mondo con una rinnovata energia, affrontare nuove sfide e continuare a far sorridere chiunque incontri.

La storia di Almeida

Abbiamo conosciuto Almeida a Quelimane, in Mozambico, durante la formazione per tecnici ortopedici di SwissABILITY nel dicembre 2023.

Quando aveva appena 13 anni, Almeida è stato obbligato a unirsi all’esercito, con cui ha poi prestato servizio per dieci anni. Poco prima di congedarsi alla fine della guerra ha calpestato una mina antiuomo disseminata nel terreno, perdendo la gamba all’istante.

Al termine della guerra, tornato a casa, ha scoperto di non avere più una famiglia: i suoi genitori e alcuni suoi fratelli avevano perso la vita nel conflitto, mentre altri sono morti per malattia. Invece di sprofondare nella depressione, Almeida ha cercato di ricostruire sulle macerie. Si è sposato, ha due figlie gemelle di 13 anni e grazie alla formazione di SWissABILITY ha ricevuto una nuova protesi Monolimb.

La storia di Lamin

Lamin vive in Gambia e quando lo abbiamo incontrato, nel 2023, aveva 19 anni e un enorme sogno nel cuore: diventare un medico per aiutare le persone in difficoltà e che necessitano aiuto.

Come è accaduto a lui all’inizio del 2023, quando, giocando a calcio con gli amici, si è rotto una gamba. Poiché l’ospedale era troppo lontano, i suoi amici hanno deciso di portarlo da un curatore tradizionale, che gli ha applicato un impacco di erbe sulla frattura. Dopo 15 giorni, quando l’impacco è stato rimosso, la gamba era in condizioni così gravi che Lamin ha deciso di recarsi in ospedale. A quel punto però, i medici non hanno potuto fare altro che eseguire un’amputazione.

La protesi che ha ricevuto da SwissABILITY durante la formazione per tecnici ortopedici a Banjul nell’agosto del 2023 è la sua prima gamba artificiale. Nonostante ciò, Lamin non ha esitato nemmeno per un attimo: appena indossata, ha iniziato a camminare e correre con una naturalezza sorprendente, come se non avesse fatto altro per tutta la vita.

La storia di Nayigga

Nayigga ha 21 anni ed è di Kazo, una città nella regione occidentale dell’Uganda, dove vive con sua mamma. La madre si è separata dal padre di Nayigga quando lei era ancora una
bambina e si è presa cura da sola di tutti e sei i figli.

Quando aveva solo tre anni, Nayigga è stata aggredita da un uomo con disturbi psichiatrici che si è intrufolato in casa e le ha tagliato la gamba. Quando sono arrivati i suoi genitori l’uomo era scappato ma la bambina perdeva tantissimo sangue e l’unica soluzione è stata amputarle definitivamente la gamba in ospedale.

Nayigga è una ragazza sorridente e felice di quello che ha, è infatti stata in grado di non abbattersi e di mettersi in gioco tramite il calcio. Gioca in difesa per la squadra FUAFA – Federazione calcistica amputati Uganda, il cui presidente l’ha incoraggiata a partecipare alla formazione per tecnici ortopedici di SwissABILITY a Luweero in agosto 2023 per ricevere una nuova protesi.

La storia di Ruhanatu

Ruhanatu è una ragazza di 15 anni che vive in Ghana. La vita di Ruhanatu non è stata facile. All’età di 13 anni, le è stata diagnosticata l’osteomielite, una grave infezione ossea, la quale ha comportato l’amputazione della sua gamba destra sotto al ginocchio. Questo evento traumatico ha segnato profondamente Ruhanatu, facendola sentire insicura e limitata nelle sue capacità.

La svolta nella vita di Ruhanatu è arrivata grazie a SwissABILITY, che durante una missione formativa a Nsawam nel luglio 2023 le ha donato una protesi. Ruhanatu ha infatti ritrovato una nuova serenità.

Ora può vivere la sua vita senza limitazioni, perseguendo i suoi sogni con un rinnovato senso di libertà e fiducia. La storia di Ruhanatu è un potente esempio di come il sostegno giusto possa trasformare le vite, donando speranza e nuove opportunità a chi ne ha più bisogno.

La storia di Joselina

Quando abbiamo incontrato Joselina a Nampula, in Mozambico nel 2023, aveva solo un anno di vita e ancora non camminava, ma la vita l’aveva già messa di fronte a enormi difficoltà.

Nata senza una gamba a causa di una malattia congenita, pochi mesi dopo la sua nascita – assieme alla sua mamma – è dovuta scappare da casa sua nel Nord del Paese, per sfuggire agli attacchi terroristici che dilagano nella regione. Arrivata a Nampula con i pochi averi che era riuscita a portare, la mamma di Joselina ha cercato faticosamente di costruire una vita migliore per sé e sua figlia. Quando ha scoperto che SwissABILITY si trovava nel centro ortopedico di Nampula per una formazione per tecnici ortopedici locali a giugno 2023, non ha esitato un attimo e si è presentata, sperando che potessimo aiutare Joselina.

I tecnici non ci hanno pensato due volte e le hanno fabbricato la sua prima Monolimb, con la quale ha iniziato a muovere i suoi primi passi.

La storia di Comfort

Comfort ha perso la gamba nel 2019 in Sierra Leone in un tragico incidente mentre era passeggera di una bici-taxi. Un’auto l’ha investita assieme al conducente del bici-taxi, il quale è morto sul colpo. Comfort è sopravvissuta, ma la sua gamba era completamente frantumata e non è stato possibile salvarla.

Da quel momento la sua vita è cambiata drasticamente: pensava infatti che non sarebbe mai più riuscita a camminare, lavorare, e occuparsi dei suoi tre figli. Era depressa ed era sicura che non avrebbe mai potuto essere nuovamente felice. Fortunatamente per Comfort, la sua famiglia le è stata accanto in ogni momento. Sua sorella l’ha accudita durante tutto il tempo passato all’ospedale e il marito si è preso di cura dei figli e l’ha incoraggiata in ogni tappa della sua convalescenza. “Ho un marito meraviglioso!” ci racconta, con gli occhi lucidi ma un sorriso luminoso.

Comfort ha ricevuto una protesi nella formazione di SwissABILITY a Freetown nel maggio 2023.

La storia di Bashiru

Bashiru ha 8 anni e vive a Bo, in Sierra Leone, con la sua famiglia. È amutato sopra il ginocchio a causa di una malattia congenita. 

Abbiamo già incontrato Bashiru nel 2022, ma non avevamo potuto donargli una nuova protesi a causa di un tumore sul suo moncherino, il quale doveva essere prima rimosso. Dopo l’operazione, abbiamo potuto finalmente fabbricargli una nuova protesi durante una formazione per tecnici ortopedici a Freetown nel 2023. Non ne aveva mai avuta una prima e non ha mai potuto camminare con le sue gambe essendo nato con una malattia congenita.

Ora, con la sua nuova gamba, Bashiru è in grado di compiere i suoi primissimi passi. È il giocatore di calcio più giovane della squadra di SLASA di Bo e da grande sogna di diventare un medico per aiutare tutte le persone più bisognose.

La storia di Ayuba

Ayuba è un giovane ragazzo di 18 anni che vive a Impiri, un villaggio rurale vicino a Pemba, in Mozambico. Ha frequentato solo la scuola primaria, parla unicamente il dialetto Shanga e fa piccoli lavori nel campo assieme alla sua numerosa famiglia per potersi autosostenere.

Nel 2012, quando Ayuba aveva solo 10 anni, mentre giocava in un campo assieme ad alcuni amici, è stato azzannato alla gamba sinistra da un serpente. La famiglia di Ayuba l’ha portato a un ospedale di campagna, dove però non avevano i mezzi per curarlo adeguatamente. Lo hanno quindi trasferito all’Ospedale Provinciale di Pemba, ma erano ormai passati tre giorni dall’incidente e la gamba era entrata in cancrena. A quel punto, non è stato possibile fare altro che amputargli la gamba sotto il ginocchio.

Prima della formazione di Pemba a dicembre 2022, per mancanza di mezzi economici, non aveva mai posseduto una protesi. Ora ha ricevuto una protesi modulare che ha subito imparato a utilizzare.

La storia di Antunes

Antunes s’è visto strappare la gamba sinistra sotto il ginocchio dall’esplosione di una mina antiuomo nel 1991, in piena guerra civile.

Antunes era infatti un soldato dell’esercito del Mozambico e – durante un combattimento nei pressi di Maputo – ha posato accidentalmente il piede su una mina nascosta nel terreno. Sebbene sia stato immediatamente trasportato a un ospedale militare, non è stato possibile curarlo in alcun modo e i dottori hanno quindi proceduto con l’amputazione sotto al ginocchio.

Dal 1992, Antunes ha posseduto una sola protesi, alla quale ha fatto molta manutenzione. Grazie alla missione di SwissABILITY a Pemba, in Mozambico, nel novembre 2022, Antunes ha ricevuto una protesi Monolimb.

La storia di Paulo

Nel 2013, mentre lavorava in un cantiere, Paulo si è ribaltato con il trattore che stava guidando. Purtroppo, è rimasto intrappolato sotto il veicolo e l’incidente gli ha causato la rottura della gamba destra.

Sebbene volesse essere portato all’ospedale, Paulo è stato convinto dalle persone accorse sul cantiere a recarsi da un guaritore tradizionale, come è usanza nella regione. L’assenza di cure ha causato una cancrena che ha coinvolto la gamba sotto il ginocchio, al punto tale che Paulo si è amputato da solo con una lametta – poiché non aveva più nessuna
sensibilità – prima di andare all’ospedale per ricevere delle cure adeguate.

Durante la formazione a Pemba, nel novembre 2022, Paulo ha ricevuto una Monolimb, che è molto più leggera e comoda della protesi che possedeva precedentemente e che gli permette di muoversi con più agilità.

La storia di Ana Maria

Ana Maria ha 43 anni e ha perso la gamba nel 1989, quando aveva solo nove anni. È successo durante la guerra civile: con i suoi genitori e i suoi due fratelli cercava di lasciare la città di Nampula a bordo di un bus. I ribelli hanno però attaccato il convoglio e aperto il fuoco sui fuggiaschi: la sua famiglia è stata sterminata, così come molte altre persone, mentre Ana Maria, gravemente ferita, giaceva al suolo abbandonata.

I sopravvissuti al massacro sono riusciti a trasportarla all’ospedale, dove però non hanno potuto fare altro che amputarle la gamba al di sopra del ginocchio.

Nonostante una vita colma di drammi, Ana Maria ha il sorriso stampato sul volto e non smette un secondo di scherzare. La protesi che ha indossato finora le procurava però moltissimo dolore: la sua speranza è di iniziare una vita diversa, senza dolori ma solo risate, grazie alla nuova protesi che ha ricevuto da SwissABILITY nel giugno 2023 a Nampula. 

La storia di Antonio

Antonio ha 59 anni e vive in Mozambico. Nel 1984 è stato colpito da una pallottola nel ginocchio destro durante la guerra civile. Nell’ospedale dove è stato trasportato, gli è stato riferito che la pallottola era stata asportata con successo.

Dopo 10 anni, Antonio ha però cominciato a sentire dolori lancinanti al medesimo ginocchio. Recatosi all’ospedale, ha scoperto che la pallottola non era mai stata estratta. Nel frattanto però si era creata un’infezione troppo estesa per poter essere curata e i medici non hanno potuto fare altro che amputargli la gamba al disopra il ginocchio.

Con la nuova protesi ricevuta a Nampula a giugno 2023, Antonio spera di poter ricominciare a condurre una vita piena, a proseguire il suo lavoro al Municipio e occuparsi dei suoi numerosi nipotini, tutte attività che con la vecchia protesi risultavano più difficili.

La storia di Julieta

Julieta ha 53 anni e ha perso la gamba durante la guerra civile in Mozambico.

Nel 1994 era nascosta con alcuni conoscenti in una scuola per evitare i conflitti, quando un convoglio dei ribelli è passato davanti alla scuola e ha lanciato molte bombe a mano sull’edificio. Nessuna persona al suo interno è deceduta, ma in molti sono rimasti feriti, fra i quali Julieta.

Dopo molte ore, è stata portata all’ospedale, ma la sua gamba era stata dilaniata da una bomba e hanno potuto solo medicarla e ricucirle il moncone.

Julieta è una donna fiera e caparbia, che non si lascia abbattere dalle avversità della vita. Spera che la nuova protesi ricevuta durante la formazione di SwissABILITY a Nampula le permetta di fare tutto ciò che quella vecchia – pesante e ormai usurata – non le consentiva di fare.

La storia di Ebrima

Ebrima ha 20 anni e si occupa di assistenza personale ai pazienti amputati nel centro ortopedico di Banjul, in Gambia. È molto bravo nel suo lavoro, in quanto amputato comprende meglio i bisogni dei suoi assistiti.

Nel 2006, a soli 3 anni, è stato investito da una macchina e ha perso la mobilità della sua gamba sinistra, che nessuna operazione ha potuto ridargli. Nel 2013, suo zio l’ha accompagnato in Germania con la speranza che lì potessero aiutarlo, ma era troppo tardi. Hanno dovuto amputargli la gamba e da allora Ebrima ha cercato di fare tutto il possibile per
trarre il meglio dalla sua condizione. È rimasto tre anni in Germania, dove ha iniziato a giocare a calcio con altri amputati.

Una volta rientrato in Gambia ha fondato l’Associazione Nazionale Calcio Amputati, di cui è anche giocatore. Ebrima è anche il primo blade runner del Paese. È un ragazzo che ha mille idee per la testa e vuole ottenere il meglio per tutti gli amputati in Gambia.

Durante la formazione di SwissABILITY a Banjul nell’agosto 2023, ha ricevuto una nuova Monolimb. 

La storia di Ana

Ana ha 21 anni, vive in Mozambico, e non riesce a ricordare come abbia perso entrambe le gambe, ma le è stato detto che una notte, da piccola, si è svegliata nel letto dei suoi genitori, urlando di dolore. L’hanno portata all’ospedale dove le hanno amputato entrambe le gambe e gran parte di entrambe le mani.

Ha due fratelli maggiori e due fratelli minori. Sua madre è morta e vive col papà che si è risposato. Al momento è disoccupato ma ad Ana piacerebbe aiutare lui e tutta la sua famiglia economicamente. Nonostante le difficoltà che deve affrontare a causa delle sue amputazioni, sogna di studiare fisioterapia.

Ana è una ragazza molto sveglia e intelligente. Grazie alla formazione di SwissABILITY a Quelimane ha ricevuto due protesi Monolimb, con le quali potrà essere indipendente e continuare ad aiutare tutta la sua famiglia nelle faccende domestiche e le persone che le stanno intorno nei momenti di difficoltà. 

La storia di Ines

Ines è una bambina gioiosa che vive con la mamma, il papà, due sorelle e un fratello a Quelimane, in Mozambico. Lei è la piccola di casa.

Quando aveva solo un anno e 9 mesi è stata vittima di un incidente: si trovava sulle spalle della madre che era in bicicletta, quando una macchina le ha investite. Ines ha perso la gamba all’istante.

Nonostante la sua disabilità, Ines è contenta, va a scuola e gioca con tutti i bambini. SwissABILITY le ha donato la sua prima protesi durante la formazione avvenuta a Quelimane nel dicembre 2023 e non potrebbe essere più felice di così.

La storia di Beatrice

Beatrice vive in Sierra Leone ed è stata vittima di un incidente d’auto quando aveva solo tre anni: stava attraversando la strada quando un’auto le ha schiacciato il piede. In ospedale hanno deciso di amputarle la gamba sotto al ginocchio e dopo un anno indossava già la sua prima protesi.

Nei primi anni dopo l’amputazione le protesi le venivano fornite da Handicap International ma da quando l’organizzazione ha lasciato il Paese è stato più difficile per lei permettersene una: l’ultima che ha indossato l’ha accompagnata per 4 anni.

Ad oggi è una studente del programma MIT presso il centro ortopedico di Bo ed è felicissima di imparare un mestiere che le permetta di aiutare tutti quei bambini che come lei non potevano più camminare a seguito di un’amputazione. Durante la formazione avvenuta a Freetown nel febbraio 2024 ha ricevuto una nuova nuova Monolimb. 

La storia di Marta

Marta vive in Mozambico, ha 60 anni e una simpatia travolgente, con il suo sorriso ha
illuminato tutto il centro ortopedico. Ha perso la gamba a causa di un incidente durante la guerra civile.

Mentre cercava di scappare dagli orrori della guerra per trovare un rifugio sicuro dove nascondersi, Marta si è issata sul retro di un van che abbandonava in fretta e furia la città di Inhambane. Purtroppo, a causa della velocità e della strada dissestata, è stata sbalzata fuori dal van e si è rotta una gamba. Nessuno si è fermato a soccorrerla e Marta è rimasta inerme e ferita, abbandonata sulla strada. Dopo ore, dei poliziotti l’hanno soccorsa e trasportata all’ospedale, ma era troppo tardi: i medici sono stati obbligati ad amputarle la gamba.

Grazie alla formazione di SwissABILITY avvenuta a Inhambane ad agosto 2024, Marta ha ricevuto una nuovissima Monolimb. 

La storia di Vandi

Nel 1993, quando la guerra civile in Sierra Leone era scoppiata già da due anni, Vandi (allora diciasettenne) ha visto i ribelli uccidere i suoi genitori davanti ai suoi occhi.

Nonostante il trauma è riuscito a scappare ma i ribelli gli hanno sparato durante la fuga e una pallottola lo ha colpito alla gamba. Vandi è stato ritrovato dopo qualche ora dai soldati, che lo hanno portato all’ospedale di Kenema, dove hanno deciso di amputargli la gamba.

Rialzarsi dopo tanto dolore non è stato facile, ma ad oggi può contare sul supporto di sua moglie e dei suoi tre figli. Lavora come decoratore e imbianchino e oggi può finalmente lavorare con più agilità e facilità grazie alla sua prima protesi ricevuta grazie alla formazione di SwissABILITY a Freetown, a febbraio 2024. 

La storia di Ronald

Ronald è un ragazzo di 28 anni e nell’agosto 2023 ha preso parte ad alcune manifestazioni che si sono svolte nella città di Ziguinchor, in Senegal, a sostegno del leader dell’opposizione, il quale in quei giorni era stato incarcerato. La notte dopo le proteste, dei militari hanno accerchiato la sua casa e vi si sono introdotti con l’intento di arrestarlo. Hanno però svegliato la cognata di Ronald, la quale si è messa urlare. Preso dal panico, il giovane ha cercato di fuggire dalla finestra.

Ed è in quel momento che gli hanno sparato, tranciandogli una parte del piede. Ronald si è dovuto fare un laccio emostatico d’emergenza con una cintura e pregare che lo accompagnassero all’ospedale.

Si è scoperto poi che i militari cercavano un’altra persona e non lui. Ronald, nonostante le avversità, continua però a lottare per un mondo più giusto per tutti. Durante la formazione avvenuta ad aprile 2024 a Ziguinchor, SwissABILITY gli ha donato una protesi chopart.