Finalmente agosto, ed è subito tempo di una nuova missione, questa volta al centro ortopedico dell’Ospedale provinciale di Inhambane, in Mozambico. Una missione frutto della volontà di SwissABILITY di formare quanti più tecnici possibile, senza lasciare nessuno indietro. Per questa ragione, non ci siamo soffermati solo sui tecnici di Inhambane, ma abbiamo invitato anche professionisti del settore riabilitativo provenienti dalle città di Vilanculo, Manjacaze e addirittura dal Sudafrica. Tre studentesse dell’Instituto de ciências de saúde di Maputo si sono unite a noi, per consolidare anche in futuro la presenza di SwissABILITY in Mozambico.

È stata una formazione laboriosa, ricca di umanità e impegno, durante la quale tutti hanno dato il 100% per imparare le nuove tecnologie insegnate dai nostri tecnici formatori mozambicani, Henrique Matsinhe e Isabel Campos. Alla fine della settimana formativa, i dieci tecnici formati sono tornati a casa con la consapevolezza di aver appreso delle importanti conoscenze che renderanno la vita delle persone con disabilità più semplice. E con tanta voglia di mettersi al lavoro per consolidare quanto imparato.

È stata anche l’occasione di donare protesi a ben 11 persone con disabilità. Persone come ad esempio Maria, vittima di violenza domestica: a Maria manca infatti sia la gamba al di sotto del ginocchio, sia l’avambraccio. Quando era una giovane madre di cinque figli, dopo una banale discussione con il marito, quest’ultimo ha iniziato a picchiarla. Quando ha cercato di sfuggirgli, ha afferrato un coltello e ha iniziato a colpirla. Le ha tranciato di netto un braccio, poi ha continuato a infierire su tutto il suo corpo. Dopodiché, convinto di averla uccisa, è andato alla polizia per costituirsi. Maria era invece viva, ma all’ospedale – a causa delle profonde ferite – le hanno dovuto amputare anche parte di una gamba. Rendendo la sua vita una prigione permanente.

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